Era il periodo del lockdown e nella marea di cose che il blocco forzato ti permetteva di fare, navigando online, mi balenò l’idea di scrivere un libro sul mio ruolo.
Non avevo grandi velleità, se non quella di lasciarlo a chi avrebbe collaborato con me nei progetti per stimolarlo e per dare degli spunti utili.
Di tutta questa storia, voglio raccontarvi però solo l’incipit, anzi forse era addirittura il titolo del primo capitolo.
Non volevo neanche farlo
Cavolo, direte voi, ma come è possibile.
Sì non volevo farlo, avevo passato una vita nella pallacanestro e dieci anni prima avevo deciso di mollare tutto e buttarmi su ciò che di più al mondo mi faceva battere il cuore: l’arte.
Avevo dimenticato tutto, non volevo proprio rientrare nel mondo dello sport, che in parte aveva lasciato qualche scoria negativa.
Così, parlando con i miei soci dell’agenzia in cui allora prestavo i miei servizi, dissi chiaramente: “non fatemi essere il project manager di questo progetto.”
Voglio farla breve perché il punto importante deve essere chiaro a tutti.
Da quel giorno, al giorno in cui presi in mano tutto, passarono circa 2 mesi, o poco meno. Entrai nel progetto molto piano, realizzando i video per le campagne pubblicitarie.
Fui “costretto” col tempo a prendermi in mano tutto per due motivi:
- Ero uno dei soci dell’azienda e non potevo gravare sulla stessa utilizzando ore per un progetto che era un bell’investimento in visibilità
- Conoscevo il settore e avrei prodotto di più.
La verità è che potevo farlo solo io. Ero la persona giusta, in tutta Rimini e forse in tutta Italia.
Proprio per gli stessi motivi detti sopra, nello specifico:
Ho giocato 20 anni a basket e 10 nel Basket Rimini.
Sono sempre stato una persona con la testa sulle spalle e ho sempre portato grandi risultati anche a livello sportivo.
Ho sempre fatto team.
Ho acquisito tante esperienze negli anni in tutti i campi coinvolti: marketing, comunicazione, motivazione, creatività.
L’ho capito questo dopo qualche mese, quando vedevo che la gente stava con me e si congratulava per qualsiasi cosa facessi.
Diventa il responsabile di successo della tua società
E oggi sono qui a spiegare a voi come imitarmi nel vostro ambito, a condividere con voi un pensiero importante.
Per diventare un responsabile di successo il primo segreto che voglio insegnarvi è quello di ascoltare la pancia, con grande sincerità. È lei che vi può dire dove sta il vostro posto, è lei che vi fa fare quel passo in più per riuscire a sfondare, è lei che vi fa passare sopra allo stipendio iniziale, in funzione di una mission più grande, che per me era quella di attrarre una community importante e farla appassionare al basket.
Spesso serve passare anche dalla sofferenza perché possa trasformarsi in gioia e successo.
Serve divertirsi, trasgredire qualche regola, informarsi, affidarsi e delegare a persone più brave di te.
A volte basta una scintilla per cambiare l’approccio e ottenere il risultato, che per me è stato un video. Un video girato durante la stagione. Le persone hanno capito il mio valore, si sono fidate subito di me e, ancora più bello e importante, mi hanno fatto sentire come l’unica persona che potesse ricoprire quel ruolo.
Ecco, un responsabile di successo non può mollare al primo problema, ma deve esultare al primo grande successo.
Dovrete appendere cartelloni, trasportare pesi, fare telefonate; a volte dovrete intestardirvi a fare cose da soli, senza che nessuno sappia cosa state facendo, lasciando agli altri la possibilità di rimanere stupiti e di capire cosa possono avere da voi.
Tutto il resto sta chiuso dentro al mio metodo segreto di cui parlerò al corso di Aprile a chiunque voglia provare questa nuova esperienza